Fede e Arte
Ha ragione Dostoevskij. Il tuo amore deve abbracciare tutto: tutto l’universo: tutta la creazione deve esultare in te nella pienezza della Vita divina. L’estasi non strappa alla terra, ma eleva con te la terra, nella luce di Dio – la trasfigura in Dio.
Il Cristianesimo vero ha sempre rinnegato un ascetismo manicheo che veda nella rinunzia e nel rinnegamento il suo fine. Il cristiano non può rinunziare a nulla, tutto è suo – e tutto egli deve portare con sé, elevare con sé fino a Dio, nell’amore.
La fuga immobile (diario), p. 145, 8 novembre 1945
Mi sono convertito perché ho letto Dostoevskij, e se non leggevo Dostoevskij a quest’ora non ero prete, ve lo dico schiettamente. A quest’ora sarei stato scrittore, poeta, quello che volete, ma non prete. E forse nemmeno cristiano.
Adunanza a Firenze, 6 gennaio 1980
La parola non è esclusiva al linguaggio articolato: …anche il suono, che non è linguaggio articolato, è espressione di umana intelligenza, anzi di genio. Si pensi la musica; non si vorrà certo dire che Bach o Beethoven non ci parlino attraverso la musica. La musica è un linguaggio che ha un contenuto umano d’intelligibilità, è espressione di vita spirituale; tanti anzi dicono che la musica è l’espressione più alta, più vera del mondo spirituale umano.
Vorrebbe dire allora che, il linguaggio articolato non esprime fino in fondo il nostro mondo interiore.
Adunanza a Firenze, 1° dicembre 1968