mercoledì, Novembre 29, 2023

Tutto è alienante se…

«Come più intelligente e più vera la concezione platonica di quella che vorrebbe oggi sostituirla! In realtà non la preghiera è alienante, non la vita religiosa, ma la vita del mondo, ma ogni rapporto con le cose e con gli uomini, se questo rapporto non ti riconduce, nel tuo intimo, a Dio.
Alienante mangiare, bere, dormire – alienante ogni lavoro, ogni avvenimento nel quale tu sei coinvolto, alienante perfino l’amore umano. Tutto ti allontana dal tuo intimo centro, e non ti riconduce a te stesso. Solo nell’atto in cui ti incontri con Dio, ti incontri anche con te».

In Cristo. Diario, 4 marzo 1981, pp. 21-22

Molto… o poco?

«Ci sembra di far molto? È a Dio che dobbiamo rispondere, a un Amore infinito: tutto quello che noi possiamo fare sarà sempre poco se noi sentiremo davvero che la nostra vita dev’essere una risposta personale a un Amore infinito che ci ha voluti per Sé».

Meditazione sulla preghiera a Gesù (1994), p. 10

La vera conoscenza di Dio

«L’uomo non potrebbe conoscere Dio se non nella misura che in Lui è trasformato. Ogni altra conoscenza di Dio tende per sé a trasformare Dio nell’uomo, a proporzionare Dio alla povertà della creatura, alla piccolezza dell’uomo».

Cento pensieri sulla conoscenza di Dio, n. 79 (pag. 85)

Un pericolo sempre in agguato (1966)

«È naturale e perciò quasi irresistibile la conversione della vita religiosa in una esperienza di ordine morale o metafisico. La preghiera si trasforma in una meditazione o contemplazione della verità e Dio si trasmuta da Persona viva – l’unico assoluto lo, l’unico assoluto Tu – in un Egli neutro e impersonale. Il Dio personale sembra essere quasi un ostacolo ora per realizzare, al di là di ogni distinzione personale, l’Unità del soggetto coll’oggetto nell’esperienza suprema.

Il pericolo delle religioni asiatiche è sempre in agguato».

L’acqua e la pietra, pag. 139 (7 maggio 1966)

Vivere di pura fede (1942)

L’uomo che vive di pura fede si è ridotto alla sua nudità e povertà di creatura sospesa, come per miracolo permanente, sopra l’abisso del nulla.

Non conosce più sostegni umani e si affida a Uno che non conosce, che non sente, che egli sa diverso, lontano.

La lotta con l’angelo (diario), pp. 114-115 (7 gennaio 1942)

Un fuoco che brucia (1964)

Vorremmo un po’ più di pace, vorremmo che Nostro Signore non ci disturbasse troppo; invece nella misura che l’amore divino ci penetra e ci investe, ci ferisce, fruga nelle più intime profondità dell’essere creato e sembra, via che la purificazione procede, che debba cominciare ancora; sembra, tanto più Egli ci brucia, che tanto più rimanga da bruciare.
Ecco perché i santi, ed erano santi, si sentivano peccatori al termine del loro viaggio più di quando l’avevano appena incominciato. 

Verso la visione, p. 96

Tu sei tutto (1973)

L’uomo vive Dio nel sentimento del tutto. Tu sei tutto. Dio è tutto; ma anche tu, se Dio è in te.

Nulla vi è al di fuori di te, più nulla tu puoi cercare, perché quello che cerchi è già in te, se Dio è in te.

La legge è l’amore, I ediz., p. 122

Solo un velo (1981)

Mi sembra veramente che solo un velo mi separi da Lui, non perché mi sento ‘santo’, ma perché la Sua realtà sembra già consumare ogni segno e imporsi nuda e assoluta al mio spirito.

In Cristo, diario, p. 84, 3 luglio 1981

Se non c’è più Dio… (1978)

Se non c’è più Dio, l’uomo viene distrutto. Non si fa altro che cercare di drogarlo in modo che l’uomo con questo non debba mai ripiegarsi sopra di sé e riflettere sul proprio destino; se egli non è amato, tutta la vita non ha più senso e l’uomo non ha più valore. Allora non solo la vita dell’uomo, ma anche l’avventura umana quaggiù perde ogni significato, ogni senso e non rimane che l’assurdo: non rimane che il vuoto.

Ritiro a Brescia, 22 dicembre 1978